[Memorie lucchesi 10] Cactusboy

Cactusboy
Christian G. Marra
Passenger Press 2011
C, 32 pp. col., 15 €

Il famoso spin-off (involontario) di You won't like it...
Quando l'ho preso in mano la prima volta ho avuto, lo confesso, una certa perplessità, tanto che chiesi a Christian del motivo di quella strategia di vendita. E mentre formulavo la domanda, mi resi conto, ancor prima della risposta, di essere in errore.
Passenger Press, sin dagli inizi, si è contraddistinta nel sottobosco indie per l'assoluta qualità delle sue produzioni, una qualità editoriale prima di tutto, a livello proprio di oggetto-fumetto, dove il contenente trasmette già un messaggio.
Una strategia linguistica, insomma. Il prezzo è conseguente.

E così ho acquistato questo volumetto cartonato in un insolito formato quadrangolare. Una storia muta, di apocalittico e positivo non-sense come il miglior Arzach (o Arzac o Arzak o fate voi), con un tratto cartoonesco sovrapposto a (notevoli!) fondali realisti.

Ne vorresti di più, anche solo per capire se Christian tiene sulla lunga distanza, perché l'effetto di Cactusboy è lo stesso lasciato da uno shot di Tequila pregiata, di cui resta quello strano retrogusto di legno antico nell'arsura alcolica del sorso.

Ed era l'ultimo signori, la bottiglia è finita. E chissà quanto dovrò aspettare per gustarne ancora.