[Memorie Lucchesi 11] Un intervento imbarazzante

Lo riporta smoky man, estratto durante il Comics Talks VI: Sessione 3 presso Palazzo Ducale, moderato da Matteo Stefanelli con la partecipazione di Giacomo Monti (autore dell'antologia Nessuno mi farà del male edita da Canicola e da cui Gipi si è ispirato per il suo L'ultimo Terrestre) e di Baru, David Lloyd, Craig Thompson, Jiro Taniguchi e Jeff Smith.

Questo l'intervento di Monti all'interrogativo "Allora anche a Giacomo volevo fare questa prima domanda… come lui è arrivato a fare i suoi primi racconti a fumetti…" In seguito non gli è più stata data la parola.

Il grassetto costituisce il mio commento:
"Vabbè, ho cominciato un po’ per caso. Ho sempre letto poco Fumetto, non leggo Fumetto, non mi interessa neanche più di tanto. Ho incominciato a interessarmi quando ho cominciato a disegnare. Proprio perché… visto che io sono l’unico italiano e penso che la situazione sia un po’ diversa negli altri Paesi e gli altri autori abbiano dei percorsi diversi. Io credo che forse varrebbe la pena di chiedersi perché un autore in Italia non può campare facendo questo lavoro. [applausi dal pubblico]
Io credo che degli autori italiani un dieci per cento, forse, campa, e non credo neanche alla stragrande, facendo questo lavoro. Gli altri lo fanno bene o male perché hanno i genitori che magari li sostengono oppure lo prendono a livello di mezzo hobby… Ed è così. Io poi ovviamente ho smesso, perché non c’è possibilità di portare avanti un progetto del genere. Ed è ovvio che magari mi piacerebbe andare avanti, perché tutto sommato è una cosa che mi riesce bene e c’è quel famoso detto “se uno ha un talento, non dovrebbe sprecarlo”. Ma poi alla fine parlano i numeri, e la realtà italiana è questa, una realtà molto triste. Nel senso che il Fumetto non se lo caga nessuno. [risate dal pubblico]
Non è solo quello il problema… mi rendo conto che anche la gente che legge Fumetto, secondo me, legge per la maggior parte stronzate… e quel poco di buono che c’è, passa inosservato. Non c’è nessuna forma di sostegno, non so… neanche da parte di Enti culturali o meno per delle iniziative interessanti, dal punto di vista culturale. Così insomma… io smetto. E comunque non capisco molte cose. Certe cose non le ho vissute direttamente ma le ho sentite tramite persone o da operatori che lavorano seriamente nel settore. Però la realtà è veramente triste, tristissima. Il panorama culturale italiano è pietoso. Ma non lo dico io perché ho del risentimento, perché mi tocca smettere. Insomma… questo è quello che penso. [applausi dal pubblico]"
Ora provate a leggere gli estratti grassettati a partire dalla fine.