Bilancio critico


Si scrive per un pubblico, qualcuno dirà che non è così, ma mente sapendo di mentire.
E il giudizio del lettore non si discute. Troppo facile nascondersi dietro il paravento dell'incomprensione altrui o crogiolarsi negli elogi di amici, amanti e parenti vari.
Un libro, però, viene venduto; è un prodotto. E un prodotto o piace o non piace, proprio come una pizza. E l'unico metro di riferimento per la bontà di un lavoro sono le critiche degli acquirenti delusi, i complimenti di quelli soddisfatti, le recensioni.
Una buona norma non scritta è che un autore non dovrebbe parlare delle recensioni ricevute, soprattutto di quelle negative. Fanno male alle vendite, direbbe qualunque direttore del marketing.
Ma io sono contento, Cleo ha ricevuto considerazioni sia entusiaste che tiepide, sia svogliate che sincere. E questo è fondamentale per aggiustare la rotta delle proprie ambizioni.
Sono contento perché Cleo è un libro di cui si parla, bene e male.
Ed è questo il modo migliore d'imparare.