Japan Horror - Il cinema dell'orrore giapponese
Giorgia Caterini
Brossura, 112 pagine in b/n e col., 9,70 Euro.
Tunué 2010.
Io sono un appassionato del cinema estremo, in particolare di quello orientale. Considero Sex and Violence di Curti e La Selva una Bibbia sul tema (son 626 pagine d'altronde) e mi sono approcciato al testo della Caterini, più esile, con un po' di sospetto.
Tagliamo la testa al toro, Japan Horror NON è una raccolta di schede e approfondimenti sull'attività dei principali registi, l'analisi si concentra su alcuni titoli principali attorno a cui viene strutturato un discorso sociologico. Un'analisi lucida, seppur sintetica, che approfondisce il tema della donna nella società giapponese, delle reti sociali, dello shock bellico, ritrovandovi le radici della letteratura e della cinematografia di genere.
Japan Horror è un manualetto agile, utilissimo al neofita del gore per un primo contatto con la materia e all'esperto per alcune interessanti riflessioni, con il merito aggiunto di dedicarsi alle dinamiche dell'adattamento, considerando anche lo stretto rapporto tra anime, manga e film nell'industria dell'intrattenimento nipponica. Inoltre, ed è un aspetto non trascurabile, costituisce uno dei pochi punti di vista femminili - almeno in Italia - sull'argomento.
Soddisfacente l'apparato iconografico che sfrutta al meglio l'insolito formato quadrato della nuova collana economica di casa Tunué. Vale la spesa.