Neonomicon
Alan Moore, Jacen Burrows
Bao Publishing, 2011
C, 160pp., 17,00€
"Quando ho iniziato a scrivere, c’erano alcune cose che volevo fare. Volevo creare una storia che modernizzasse Lovecraft, che non dipendesse da quell’atmosfera anni ’30, e che lo modernizzasse con successo, almeno secondo me. [...] Questa era una delle idee iniziali, l’altra era di reinserire davvero alcuni degli elementi ripugnanti che lo stesso Lovecraft aveva censurato o che gli autori venuti dopo Lovecraft, che avevano scritto pastiche delle sue opere, avevano deciso di escludere. Come il razzismo, l’anti-semitismo e le fobie sessuali piuttosto evidenti in tutti i mostri lovecraftiani, che sono viscidi, con richiami fallici e vaginali."
Concepito in un momento di livore nei confronti dell'industria americana dell'intrattenimento (ovvero dopo la delusione dell'adattamento di Watchmen a cui seguì un "punitivo" ritardo nei pagamenti), il Neonomicon di Alan Moore e Jacen Burrows è un'opera affascinante e complessa nelle scelte di linguaggio (sia in termini dialogico, con un vocabolario alieno coerente, sia nelle soluzioni discorsive) che tenta con intelligenza di attualizzare la cosmogonia lovecraftiana al nostro quotidiano senso dell'orrore.
Impossibile descrivere in poche righe il valore di un'opera (forse l'ultima a fumetti) di Moore, la profondità dei riferimenti e la densità di ogni singola tavola, ma la percezione complessiva è - inevitabilmente - straniante, perturbante, dolorosa.
Sull'impianto di un thriller paranormale, lo sceneggiatore inglese innesta un oscuro e perverso percorso, per condurre il lettore a un finale eccessivo, pervaso da un erotismo mortifero e malato.
Fondamentale.