Esco da due settimane di lavoro ininterrotto, perché a Lucca è seguita un'altra fiera (del Franchising) e solo ora riesco finalmente a sedermi per ricordare.
Un'edizione anomala, di ben 5 giorni, tantissime nuove proposte (conseguenza disperata di un mercato asfittico che ha tentato l'ultimo colpo di coda) e 155mila presenze. Una fiera in cui mi sono diviso tra - troppi - acquisti, la diffusione capillare di 50.000 copie del nuovo comic-soon, le attività della Nicola Pesce Editore (tra cui intrattenere due leggende del fumetto come David Lloyd e Miguel Angel Martin) e la vendita di Erotico Nero, l'ultimo progetto da me ideato, scritto e promosso.
E per cominciare il mio lungo resoconto lucchese (che proseguirà per il prossimo mese con le mie considerazioni su tutti i fumetti acquistati e scansione delle meravigliose dediche ricevute), comincio proprio da qui. Alcuni amici molto stretti sapevano che, in caso di fallimento, Erotico Nero sarebbe stata l'ultima storia che avrei raccontato. Per un bel po' almeno. Avrei portato a termine alcuni impegni già presi, ma, di fatto, mi sarei ritirato di buon grado.
Il perché è presto detto. In questo progetto ho investito tutto: impegno, pecunia, passione e tutte le mie conoscenze editoriali e pubblicitarie per realizzare un prodotto destinato a intercettare un pubblico di nicchia, in una condizione di vuoto di mercato. Ho studiato e lavorato per mesi alla strategia promozionale, al pricing, alla tipologia di diffusione e alle modalità di vendita, nei limiti del budget da impiegare nel modo più creativo possibile.
Non c'è solo una storia, quindi. C'è tutto quello che ho imparato a fare (persino il lettering). Era la prova per capire se avessi davvero imparato le basi di questo mestiere (le basi, ché per diventare un professionista ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti!), perché TUTTO, alla fine, si riduce al venduto. Alla capacità di convincere il lettore a investire tempo e denaro in ciò che racconti.
E alla fine, tirando le somme la sera del martedì, abbiamo constatato con sollievo che, per quanto piccolo (seppur importante) fosse l'esperimento, avevamo portato a casa il risultato...
E ripensarmi mentre aiutavo Dario, il disegnatore, a inchiostrare gli sketch perché la pila di copie da dedicare non accennava a diminuire, è una delle memorie più belle che conserverò da questa Lucca.