Holy Terror o di come finì il mio amore fascista
Non ho resistito e mi sono fatto arrivare una copia direttamente dagli U.S.A., so che molti di voi si aspettavano di leggere una mia analisi più approfondita/semiotica/fumettologica su qualche sito specializzato, ma sezionare il disastro costituito da Holy Terror di Frank Miller sarebbe stato imbarazzante.
I preoccupanti segnali lanciati con The Spirit, si sono confermati anche in questa storia di Batman, che Batman non è, lo era nel progetto iniziale, ma forse neanche allora. Tant'è...
Holy Terror racconta di un vigilante che mentre corre sui tetti dietro il culo di una cosplayer di Catwoman sventa un'organizzazione di terroristi islamici. E, purtroppo, non c'è nulla di più.
Non c'è più lo stile, grezzo, innovativo, contrastato, di un Miller che negli anni '90 rompeva con l'abuso del colore o ripensava il formato narrativo. Assistiamo a un esercizio di un vecchio svogliato che ha dimenticato gli elementi basilari dell'anatomia e cerca di nasconderlo dietro pennellate di bianchetto, mimando una tecnica su tavole "widescreen" che sono il pallido e nostaligo ricordo del maestro che fu.
Non c'è più un recupero ragionato della dimensione mitica dell'eroe, un discorso sugli archetipi fondanti il superomismo, una posizione politica consapevole. L'anarchico di destra si è trasformato in un conservatore il cui sfogo viene dato alle stampe fuori tempo massimo. Quando persino il ricordo delle Torri Gemelle è ormai già stato fagocitato dalla macchina dell'industria culturale, tanto da figurare persino in Avatar, nel crollo dell'albero della vita Na'vi, sotto una pioggia di cenere ardente. Miller fa crollare la brutta copia di una statua della libertà, in una finta Gotham City, alternando al disastro scarabocchi/ritratti dei governanti reali dell'epoca. Troppo poco, troppo vecchio.
Avrei molto altro da dire, sequenza per sequenza, vignetta per vignetta. Ma, come ho detto, sarebbe imbarazzante. Miller, in Holy Terror, non ha davvero più nulla da raccontarci.