Ho letto Vic & Blood quand'ero un ragazzo e ricordo un profondo senso d'inquietudine nel non essere stato in grado di riconoscermi nel giovane protagonista. Né nel suo cane, del resto.
Se il romanzo formativo ha codificato la presenza di una chiave di lettura salvifica (e non riesce a farne a meno neppure William Golding, nel liminare Il Signore delle mosche), Harlan Ellison, nel suo capolavoro post-apocalittico, non concede sconti. Nemmeno Richard Corben scherza nel tracciare le figure di un'umanità dolente e selvaggia, con il suo segno grasso, grottesco, al limite del caricaturale, quasi pruriginoso quando tratteggia forme femminili conturbanti nella penombra.
A boy and his dog è intriso di un profondo, malinconico pessimismo, dalle tensioni di una nazione sconvolta dalla guerra fredda e da incubi nucleari. Vic e il suo cane procedono nel loro violento vagabondare senza meta, pedine di una trama crudele e meravigliosamente triste.
I dettagli li trovate qui, l'edizione più recente pare essere quella pubblicata dagli Editori del Grifo nel 34' volume della collana La Nuova Mongolfiera (datata 1991). Recuperatelo, in questo momento di sudori freddi pre-referendari, ve lo godrete di più.
