Con le tasche bucate


Il salone del libro di Torino ogni anno si conferma uno degli appuntamenti più importanti per la scena editoriale italiana. Se non ci sei non esisti. Il fumetto, anche in questa edizione, è stato relegato in un angolino vergognoso e solo qualche editore accorto (Coconino, 001 Edizioni...) ha saputo evitare la reclusione nel ghetto, pur - credo - senza ottenere un risultato migliore dei colleghi in punizione.

Perché al Salone s'è venduto meno. Alcuni MOLTO meno.
E il primo segno di questa flessione era la presenza di una manciata di editori nell'incubatore (ovvero, lo spazio riservato alle piccole realtà sorte negli ultimi 2 anni... erano presenti appena in una decina).

Per carità, Mondadori, Feltrinelli e gli altri colossi avevano il pieno ai loro stand, mentre gli altri con cui ho avuto il piacere di conversare lamentavano preoccupati il fallimento di linee editoriali e la difficoltà a vendere il loro catalogo.

Non sono in grado di fare analisi macroeconomiche, né vorrei essere tacciato di qualunquismo, ma l'impressione che ho avuto è che la classe "medio-borghese" ora ci pensi due volte prima di acquistare un libro da 17 euro. Tutto qui. E chissà che il risultato delle ultime amministrative - per alcuni versi sorprendente se pensiamo a Milano - non sia direttamente collegato alle difficoltà economiche che il paese sta attraversando.

Per il resto, sono riuscito a fare un po' di acquisti, ho incontrato tante belle persone e ho dormito da amici e parenti. Con alcuni avrei voluto chiacchierare di più, con altri di meno.
Anch'io, purtroppo, avevo le finanze contate... e dopo una puntatina allo stand Libraccio per completare la serie di Eymerich, ho comprato un regalo Verdenero per la fidanzata e il romanzo di Susanna. Poco altro.
E mi dispiace.