[Mestieri che non fanno curriculum] L'indossatrice

Periodo tranquillo. Forse troppo.
Escludendo una sceneggiatura per storia breve, ormai è un mese che il pennino è risposto nella sua custodia. Il rallentamento coincide pericolosamente con la fine dello stressante periodo universitario e ormai sono convinto che la scrittura fosse un modo di esorcizzarne le ansie. Ci vorrà un po' per ingranare, già lo so. Quest'anno o si raggiungono gli obiettivi, o si appende il sogno al chiodo.
E pace.

Poi non dovrei farlo, ma ultimamente mi è capitato di vedere film brutti. Ma brutti brutti, orrori scritti tipo da un ragazzino drogato e chiuso in una stanza con le matite infilate dove non batte il sole. Penso a Green Hornet. Che è pure in 3D. Forse nei titoli di coda, perché il 90% del film è girato in interni e la profondità di campo non supera i 2 metri.
Non dovrei vedere questi film perché un po' ti deprime pensare che ti sei spaccato la schiena per imparare a costruire una trama solida e in queste produzioni milionarie affidano la sceneggiatura a dei tossici.

Green Hornet ha un protagonista senza motivazione né scopo, un tipo che in un film di Rambo finirebbe ammazzato nel giro di pochi minuti dopo il terzo gridolino. Un coprotagonista monoespressivo, così come l'inutile presenza femminile. Si aggiungano buchi di trama grossi come angurie e allora viene spontaneo andarsene dalla sala nelle battute finali, quando i due "eroi" scelgono di salire su un ascensore con la propria auto tagliata in due, per poi fare le corse in un palazzo dove, senza motivo, gli scagnozzi nemici sono armati di bazooka. Di bazooka. Con muri ogni 4 metri.
Tanto valeva infilarsi anche qualche granata nelle mutande...