Trofeo "Penna di Pollo" ovvero... quali concorsi scegliere

In Italia siamo in tanti a scrivere, c'è chi dice anche più di quanti leggano. Di certo viene stampata tanta immondizia. La poesia, solo per fare un esempio, a livello editoriale è morta, a causa dell'abbondare di sillogi in versi liberi/orrori ortografici pubblicate a pagamento in quantità industriale. Le librerie ordinano solo i classici, con buona pace dei novelli Rimbaud. La narrativa di qualità, dal canto suo, non se la passa meglio. Il florido mercato delle copisterie (volevo dire: editori a pagamento) alimenta un mare magnum che sommerge i piccoli e medi editori che cercano di nuotare controcorrente. L'opzione è soccombere e adattarsi al trend, o crescere in una nicchia. La terza via è la filantropia, pubblicando in perdita; in tal caso ognuno è libero di buttare via i soldi come gli pare, ma non è comunque editoria.

La casa editrice è un'azienda
, non è escluso che degli investimenti non portino i risultati economici sperati, ma a fine anno il bilancio dev'essere in attivo. Ora, il sogno della stragrande maggioranza dei novelli imbrattacarte è pubblicare nella grande M (non Marvel, anche se personalmente la preferirei, ma Mondadori), l'azienda editoriale per antonomasia. Non starò qui a discutere dell'approccio da tenere con un editore (ce n'è a valanghe di siti che sfornano consigli), ma la mia opinione è che, in generale, il libro da proporre debba avere 3 caratteristiche essenziali: attrattività (potenziale di vendita), qualità (buona scrittura) e novità (perché comprare il tuo libro se qualcosa di simile c'è già?). Questo che c'azzecca coi concorsi? Ora ci arriviamo uomini di poca fede! Prima di inviare il romanzo della nostra vita alle grandi M, forse è il caso di constatare se il libro ha i tre requisiti in questione, meglio: se le nostre capacità di scrittura rispondono ai criteri di selezione del comitato di valutazione. Ciò non può essere determinato dalla nostra personale, egocentrica e vanitosa opinione, né da quella partigiana, amorevole e bugiarda dei nostri cari. Ecco a cosa servono le competizioni. Se il vostro obbiettivo non è solo ricevere un pacchetto di libercoli da esporre sullo scaffale (in tal caso, pagate pure per stamparvi il libro), ma comprendere limiti e punti deboli (ma anche punti di forza) del vostro scrivere, partecipate alle competizioni. Quali?

- Gratuite con pubblicazione (e possibilmente premi in denaro)
- A pagamento senza pubblicazione (le palestre)

Nelle prime sono garantiti almeno un centinaio di partecipanti e una selezione, quando non pilotata, che si concentra esclusivamente sulla qualità. Bisogna saper scrivere per vincere, di più: bisogna saper scrivere per un pubblico specifico (la giuria); è il migliore degli esercizi letterari. Attenzione: la vittoria può essere determinata da molti fattori, a volte molto personali (il vostro racconto era in fondo alla pila e uno dei giurati ha dato il voto senza leggerlo, a un altro proprio non piace il vostro stile, ecc.); un buon piazzamento, una menzione o la selezione per l'antologia, sono comunque risultati che confermano il buon esito dei vostri sforzi. La totale esclusione significa semplicemente che non ci siamo proprio. E se non ce la fate con un racconto per un concorso... pensate di farcela con un editore che deve guadagnare con quelo che scrivete?

Notate bene:
un concorso a pagamento con pubblicazione, per quanto millanti onestà e trasparenza, tende a cercare i numeri per la vendita, quindi potreste essere selezionati solo in virtù della vostra veste di potenziali acquirenti. Vi piace vincere facile? Questi concorsi fanno per voi. Vi piace scrivere? Cercate altrove. Le palestre, invece, spesso presenti nei forum di case editrici o di circoli letterari, sono spazi ad accesso gratuito o a pagamento dove i testi in gara vengono valutati da persone più o meno competenti. Si tratta, quando non è prevista la pubblicazione, di un vero e proprio servizio editoriale, utile perché, anche in caso di sconfitta, qualcuno si prende la briga di spiegare cosa non va e cosa si può migliorare. Ah, si tratta sempre di consigli da prendere cum grano salis.

Come, dove cercare e per cosa pagare? Il sito concorsi-letterari.it dedica diversi articoli ai consigli di partecipazione, vi ci rimando qui perché sono molto interessanti e utili. Per trovare i concorsi, i migliori aggregatori di notizie in tal senso sono: concorsi-letterari.it , concorsiletterari.net, ozoz, forumautori, progetto Babele... non è un elenco esaustivo, il consiglio che vi do è di tenerne sott'occhio un paio abbastanza aggiornati. Sul discorso pagare, mi pare di essere stato abbastanza chiaro sull'evitare concorsi per antologie di racconti con tassa d'iscrizione, sì invece alle palestre, nì alle selezioni di romanzi con un versamento minimo (5-10€... nel caso di piccoli editori sarebbe appena sufficiente a coprire il costo della cartuccia della stampante per leggersi il vostro testo in concorso). Il senso del discorso è: non c'è vera competizione, né onore, né talento, nelle pubblicazioni a pagamento.

Dopo aver intrapreso un percorso di verifica delle vostre capacità artigianali avrete una percezione - si spera sufficiente - delle vostre doti e della spendibilità della vostra scrittura. Forse è il caso di lasciar perdere o di continuare. Se optate per la seconda, non ci sono regole, l'industria culturale è indecifrabile, senza strade sicure. Non dimenticate comunque la regola più importante: prima di scrivere, bisogna leggere (e tanto anche).