Zeto: lettera aperta

Cercherò di essere chiaro e conciso, limitandomi a esprimere la mia personale esperienza nel modo più circostanziato possibile e formulando opinioni solo ove necessario.

Zeto è un free-press a fumetti edito dalla Creazioni Printamente, associazione fondata in seno alla copisteria Printamente di Via G. Tamassia, 40 (Roma) al fine di registrare e pubblicare la rivista, di cui è in diffusione il numero 4. L'attuale "organizzatore responsabile in toto" (questa la definizione adottata al posto di Direttore editoriale) è Marco Polidori, a cui, come autore, ho fatto riferimento per tutto il mio periodo di collaborazione.

Nell'annuncio pubblicato sul forum Graphite in data 3/12/2008, al quale ho risposto, si cercavano autori disposti a produrre storie di 30 tavole "ridotte" alla cifra di "€ 250,00 per la prima storia pubblicata + una pagina a fine storia con il curriculum del disegnatore, e € 450,00 per le successive".
La rivista, stampata in 5000 copie e distribuita gratuitamente nelle stazioni di Civitavecchia, Cerenova e Ladispoli, si sarebbe dovuta sostenere con i soldi derivati dalla vendita di spazi pubblicitari. Mi proposi come sceneggiatore, interessato dalle possibilità di diffusione e promozione autoriale che la rivista mi sembrò possedere e disposto a condividere il compenso con eventuali disegnatori disponibili. Offrii anche il mio contributo nel reclutamento di ulteriori autori.
A causa di una sovrastima della domanda e dell'assenza di un agente pubblicitario da parte dell'editore, fu proposto agli autori (anche a coloro che avevano già prodotto del materiale alle condizioni economiche iniziali) un compenso DIMEZZATO per non aggravare le perdite causate da Zeto. Come autore, accettai, a condizione che la parte di compenso non percepito si traducesse in sponsor pubblicitari. La richiesta fu soddisfatta.

Per il testo Il Confessionale pubblicato sul numero 2 della rivista mi è stato corrisposto un compenso di 50€; dopo la consegna delle tavole da parte del disegnatore, a causa della mancanza di sponsor, la storia è stata sottoposta a un'operazione di ritaglio e riorganizzazione delle strisce, in modo da farla rientrare nella riduzione da 64 a 48 pagine operata sulla rivista per ridurre ulteriormente il danno economico. Deluso dal risultato finale, chiesi all'editore di consultarmi prima di operare soluzioni così drastiche a scapito del risultato finale.
Ho sempre fatto presente che il mio PRINCIPALE interesse alla collaborazione fosse la promozione del mio operato; nelle mie intenzioni questo accordo basato sulla fiducia e il rispetto reciproco avrebbe dovuto implicare un certo riguardo per le opere pubblicate in seguito. Mi sbagliavo e mi assumo le conseguenze del mio errore senza formulare accuse, ma riportando semplicemente i fatti.

La storia Scatter, pubblicata nel numero 4 su matite di Dario Viotti, dopo aver ricevuto l'approvazione di soggetto e sceneggiatura, è stata protagonista di una serie di episodi spiacevoli (anticipo della scadenza, richiesta di ritaglio e riorganizzazione di tavole già disegnate, ripetuta richiesta di modifiche), ma legittimi a livello contrattuale.
Nel frattempo è stato mio interesse, oltre che della rivista e dei suoi collaboratori, impegnarmi a titolo gratuito nella ricerca di sponsor, di un distributore e di uno stand a zero spese presso il Romics, la fiera del fumetto di Roma che vanta un'affluenza di diverse decine di migliaia di persone in meno di una settimana.
L'"Organizzatore responsabile in toto" non ha ritenuto profittevole l'utilizzo dello stand, né ha svolto un'attività di promozione della rivista e dei suoi autori alla Fiera. Sia chiaro: non era un suo obbligo, ma sarebbe stata a mio avviso un'ottima possibilità per la ricerca di sponsor e per far conoscere i suoi collaboratori.

Dopo la pubblicazione del 4° numero di Zeto, a causa di un errore di stampa, la presenza (la cui richiesta di modifica era stata soddisfatta dal sottoscritto nei tempi previsti) di un dialogo definito "pornografico" presente in Scatter ha portato l'editore ad adottare una soluzione spiacevole, ma a sua detta non tale da inficiare la comprensione della storia: le facciate 38 e 39 sono state strappate dal giornale per la quasi totalità della tiratura.

In veste di autore, dopo l'avvenimento ho deciso di sospendere con effetto immediato la mia collaborazione con la rivista, ritenendo non soddisfacenti le condizioni economiche e lavorative applicate.
In veste di sponsor, ho deciso di terminare la promozione delle mie opere su Zeto onde evitare che la qualità della rivista abbia un'influenza negativa sui prodotti e le case editrici che rappresento.

Come persona, mi sono sentito umiliato.