[Mestieri che non fanno curriculum] Sull'arte di essere stronzi, lavorare gratis e altre fesserie

Che guardi, ragazzino?
Io sono affetto da una grave forma di Sintesi acuta.
Se posso dire una cosa in cinque parole, ne uso due... e non è detto che sia il modo più diplomatico per farlo.
Con le persone che rispetto, o con cui ho degli interessi (economici, affettivi, sessuali) almeno.
Sono onesto per pigrizia... ho una scarsa memoria per menzogne e sotterfugi. Mi sgamerebbero subito.
Se la mia ragazza mi trovasse a letto con un'altra, molto probabilmente sarebbe lei a scusarsi ("oh, oggi è giovedì? m'ero dimenticata!").
E anch'io del resto ("no cara, è mercoledì... questa è la TUA amante.")
E non è una questione di libertinaggio, ma di fiducia.
Ma non è la mia vita sentimentale il tema del post.

Con me resistono in pochi. E neanche i migliori (ehi, vi sto prendendo per il culo ragazzi... come al solito).
E pure io quando mi guardo allo specchio, ogni tanto mi mando a quel paese senza tanti complimenti.
Ma io sono cresciuto a "patti chiari e amicizia lunga" e, insomma, nell'intimità tendo sempre a preferire le persone incapaci di buone maniere.

Sì mi piacciono un po' maiale, no, non è la mia vita sessuale il tema del post.

 Gianna, Gianna, Gianna aveva un coccodrillo e un dottore...
La questione è semplice: a me piace mettere tutto nero su bianco. Sono un maniaco dei contratti, del brainstorming duro e del sesso prematrimoniale (con altri).

E veniamo al lavorare gratis.
Nell'ultimo periodo va un po' di moda la crociata: "il lavoro va pagato"
Che ci sta tutto. Cioé, io ho uno stipendio base da redattore e ci vivo, ok? Ok.
Per contro, di narrativa e fumetto dicono non si campi.
Cioé, in realtà c'è chi ci campa, come questo signore qui sotto.


No, non Tex, ma l'autore del disegno: Bruno Brindisi.
Le cifre sono più o meno segrete, ma diciamo in linea generale che per una tavola di Dylan Dog o del pistolero nazionale un disegnatore riceva in media circa cèntducènttrecèenteuro, ok?

Eeeeh ma il mercato è inflazionato
Eeeeh ma i giovani non li pagano così
Eeeeh ma gente anche più brava non lavora senza raccomandazioni
Eeeeh ma i lettori sono ignoranti
Eeeeh ma gli americani si fanno pagare gli sketch in fiera
Eeeeh ma in Francia ti pagano anche 300 euro solo per il colore

Sì, ok Gino, allora perché perdi tempo? Fai le tue prove per i francesi e gli americani e ciao.

Eeeeh, ma non è così semplice.

Vaffanculo.
No, davvero, vaffanculo (sintesi acuta, porta pazienza).

Il fatto è semplice. Facciamo che invece di disegnare sai cucinare. Eeeeh, ma disegnare è un'arte... 
Anche cucinare, dicono. Eeeeh, ma non puoi paragonare... perché no?
Eeeeh...
Vaffanculo.

Me lo fai uno schizzo?


Ma non parliamo solo di fumetti, ché poi diventiamo monotematici.

Dunque, sai cucinare. O almeno credi. Ti vengono delle ottime uova al tegamino, ma non te la cavi alla grande con i soufflé, così decidi di andare alla scuola alberghiera prima PAGANDO e nel fine settimana per la benza del motorino vai a distribuire pizze. Nel frattempo i professori ti suggeriscono di assaggiare la cucina di alcuni chef per IMPARARE (e via al ristorante, risparmiando sui regali per la tipa); per esercitarti cucini per amici e parenti e pure per gli estranei quando la scuola lo richiede portandoti alle fiere; magari nei fine settimana dai anche una mano a quel cugino di tuo padre che ha una gelateria.
Poi vengono i tirocini NON RETRIBUITI, di cui ti lamenti certo, ma ora lo sai fare il soufflé? Sì, bene. Porti un po' di curriculum in giro, non ti fila nessuno, ti metti in società con un amico, fate fallire insieme un ristorantino, decidi di tentare un master in Francia, scopri il tuo talento per la pasticceria e grazie a un collega ora lavori per una delle più importanti cioccolaterie di Barcellona.

kiss the...
Tutto chiaro? No? Ora vi faccio lo schemino:

1) pagare
2) studiare
3) esercitarsi
...
111) farcela (forse)

Ma al cugino di quell'amico del mio amico lo pagavano a tirocinio, giuro! 
Bene, buon per lui. A te non succederà.


Ma Ermengardo, lui l'han preso da giovanissimo, non aveva fatto nemmeno la scuola. L'ha notato un editor delle Edizioni Fantameraviglia mentre incideva un tronco d'albero nel parco comunale!
Bene... se stai leggendo queste righe, non è il tuo caso allora.

Sai che c'è? 
Il nocciolo del problema non è QUANTI soldi devono darti a cartella o a tavola o a pizzetta.
Se non sei un professionista, non è (solo) questione di tariffari minimi.
Se non sei un professionista (cioé non arrivi alla fine del mese col tuo "lavoro") ti manca qualcosa.
I soldi, certo. Ma se ti fissi solo su quelli, in bocca al lupo e vaffanculo.

Competenza, puntualità, conoscenze minime sulla contrattistica, un sito decente (ovvero usabile e target-oriented, ti dicono niente queste parole? No? Allora il tuo sito fa schifo. Punto.) ecc. ecc.

Pubblicare gratis su una rivista stampata in digitale con tiratura da 50 copie da Piripacchio editore, serve a uno chef quanto fare il pony-express per la piadineria dello zio Agenore, se non hai chiaro il tuo obiettivo.

E avere chiaro il tuo obiettivo significa sapere - senza presunzione - cos'hai e SOPRATTUTTO cosa ti manca. E ottenere quello che manca potrebbe essere un'ottima retribuzione (tenendo conto che, in alternativa, ci sono fior di scuole e master che ti farebbero pagare per averlo).

Io ho qui un paio di cose che ti mancano...
Non mi paghi? Allora fammi il sito.
Non mi paghi? Allora dammi tutta la contrattistica possibile e immaginabile.
Non mi paghi? Allora mi fai editing e impaginazione di un mio lavoro.
Non mi paghi? Ok, così imparo finalmente a rispettare una scadenza.
Non mi paghi? Ok, così imparo finalmente a disegnare i cavalli.
Non mi paghi? Allora mi dai il numero di tua sorella.

Ed è inutile aggiungere che è bene sapere PRIMA con chi andrai a lavorare (ma se sua sorella è gnocca soprattutto).
E se becchi una cantonata? Non lo sapevi... quindi qualcosa ti mancava, quindi hai guadagnato in esperienza. Bene no?

Eeeeeh...


Vaffanculo.