L'autunno dell'anima


L'angoscia, diceva Søren Kierkegaard, è il sentimento della possibilità.
Meglio, un catastrofico stato psichico cosciente di ansia e apprensione di fronte all'indeterminatezza, alla libertà sconfinata.

Compagna d'adolescenza, è ritornata con il suo caldo e malinconico abbraccio a rubarmi i battiti dal petto.
A ricordarmi, frivola, che ero semplicemente sfuggito alla statistica della mia generazione parcellizzata, precaria, malata di solitudine. Senza futuro.

A ricordarmi che sono libero.
Non dal bisogno, né dai vizi, né dagli inganni.
Libero dagli altri.
Come gli altri sono liberi da me.
Lo sono sempre stati.
Ho sempre desiderato che lo fossero, perché un rapporto libero è paritario.

Al contempo la caduta di legami e di prospettive è assenza di scopo. Incapacità di progettare.
Vuoto. Un campo di foglie secche, dal doloroso scricchiolio.

E la lente del vuoto cambia la prospettiva delle cose, vanifica il percorso, ridimensiona ogni traguardo.
Ci mostra... soli.
Tutto qui.