Sorridi caro... |
Ora sto riconsiderando la cosa.
Buttgereit, tra il 1987 e il 1994 sconvolse critica e spettatori con quella che amo definire "la tetralogia della morte" (Nekromantik, Det todesking, Nekromantik II e Schramm), opere la cui genialità era enfatizzata dalla estrema povertà di mezzi. Un'autentica rivoluzione anti-baziniana.
Ne avrei da scrivere (d'altronde non ho mai del tutto rinunciato all'intenzione di riprendere in mano i tomi di Morin e Metz), ma non è questa la sede, quindi mi limito a sconsigliarvene la visione.
Davvero, lasciate perdere. Lo spettatore impreparato ha solo due possibili reazioni:
1- spegnere lo schermo disgustato dopo 10 minuti.
2- fare delle pellicole il proprio oggetto di culto perverso.
Forse io stesso rientro nella seconda categoria, non avendo (ancora) in mano tutti i mezzi necessari a decifrare la complessità delle opere in questione. Anzi, probabilmente è così. Ma ciò non rende meno valido il mio suggerimento.
Il rischio, senza gli strumenti di decifrazione adeguati, è quello di fermarsi al primo livello di lettura che, francamente, nell'opera prima, oltre a essere esile, è pure un tantinello morboso.
D'altro canto se la visione della pellicola vi spinge a voler affrontare mesi sui vecchi tomi polverosi, allora forse vale la pena restare invischiati nella sua tela di meraviglie rivoltanti. Un po' come voler studiare veterinaria dopo aver giocato con degli animali morti...
Ma può essere un gioco pericoloso, con pericolose conseguenze.
"Sequel does exactly what it wants to achieve, but at the cost of the viewer's sanity." - dvdinmypants.com |
E studiare è un modo come un altro per illudersi di guarire.