Non aspettatemi svegli
Càlati giunco ché passa la piena, dicevano i siciliani. E questo è un periodo strano per l'editoria. Sento di tanti, troppi autori che dopo anni di tentativi, decidono di mollare, e di altrettanti che dichiarano di "lavorare" quando invece non ricevono più di un caffé a tavola o di un nichelino a pagina scritta. L'invidia si taglia con il coltello e lo spulciare blog altrui sfiora l'ossessione. Si respira un'aria malsana, si sta stretti, sempre più stretti. E ora c'è la classica calma prima della tempesta. Una tempesta con il nome di Messaggerie o E-ink?
Ognuno adotta le proprie contromisure, quest'anno ho la fortuna di poter osservare dall'interno con un rischio tutto sommato limitato e la possibilità (preziosa) di riposare. La macchina delle storie ha rallentato, non aspettatemi svegli.