[RECENSIONE] Sex & The City 2



Sex & The City 2
Commedia - USA 2010
di Michael Patrick King.
Con Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth.

Due anni dopo essersi sposati, Carrie e Mr. Big vivono un momento di difficoltà matrimoniale. La tenutissima vita da ’sposi tradizionali’ è ormai dietro l’angolo, con cene fuori sempre più rare e una maledetta televisione al plasma che compare in camera da letto, frantumando l’intimità dei due. Carrie è un’anima in pena, perennemente insoddisfatta. Lo era prima, quando girovagava per New York in cerca dell’attenzione del suo unico vero amore. Lo è ora, con quell’amore finalmente ricambiato ma diverso da come se l’era immaginato. Da qui i dubbi, le perplessità, le paure, le ansie. Soprattutto sue e in parte di Mr. Big.

Charlotte vive apparentemente un matrimonio perfetto. L’arrivo della seconda figlia lo sta però martellando alle fondamenta. Il ruolo di mamma è più complesso di quanto potesse immaginare, con una bravissima ma giunonica tata, inizialmente vista con gioia ma diventata dal giorno alla notte una possibile minaccia per lei e il suo matrimonio. Un matrimonio vissuto sempre meno esplicitamente da Miranda, perennemente a lavoro a causa di un capo che la detesta, tanto da costringerla a non poter toccare con mano l’infanzia del suo unico ed adorato figlio. A completare il quadro, come sempre, lei, l’indomabile Samantha Jones. Con 52 cazzutissimi anni sulle spalle, Samantha è ad un passo dalla fatidica menopausa, cacciata via giorno dopo giorno attraverso 42 pillole di ormoni, da prendere sempre e comunque. Incapace di accettare un’età che inesorabilmente avanza, proprio Samantha darà a tutte e 4 le ‘ragazze’ la possibilità di staccare la spina per una settimana, volando ad Abu Dhabi grazie ad un ricchissimo sceicco, pronto a pagare ogni centesimo. In tempo di crisi, come poter dire di no? Peccato che qui, tra le dune del deserto, e a più di 6000 km di distanza da ‘casa’, ognuna di loro si ritroverà dinanzi al proprio passato, presente e futuro, tra tradimenti, lussi impensabili, soldi dilapidati, erezioni, giocatori di rugby, cocktail, pianti, scenate isteriche e tanti, tantissimi incredibili ed inappropriati vestiti… Fonte: cineblog.it

«Come in Aladdin? Sì amore... ma con i cocktail.»

La battuta riassume il triste soggetto alla base di questa insulsa pellicola.

Tendo a evitare le commedie romantiche, come l'opera del resto. Si tratta di un mio limite, senza dubbio, ma a conti fatti non mi basterà una vita ad esaurire i temi per cui ho interesse, quindi potrei concedermi il lusso di evitare interi generi (o arti).

In realtà, talvolta, si affaccia la curiosità per alcuni capolavori, ma anche per abominevoli aborti televisivi, a cui dedico il mio interesse per comprenderne i meccanismi di successo e ovviare in parte alle mie lacune. Di questi ultimi fanno parte la saga di Twilight, alcuni sequel di Harry Potter, Transformers 2, G.I.Joe e, manco a dirlo, Sex & The City 2.

Non starò ad analizzare soggetto, recitazione, fotografia ecc. ecc. vi basti sapere che il film fila senza intoppi, girato anche con una certa perizia; a livello tecnico funziona. Il problema, a mio avviso, non sta nemmeno nella struttura della trama (ovvero nello schema situazione iniziale - problema da affrontare - risoluzione - conclusione), anche lì tutto procede in modo logico.

Il MALE sta in queste quattro megere sull'orlo della menopausa elette a simbolo di stili di vita "desiderabili" e circondati da stereotipi da rivista patinata. Il MALE sta nel presentare una realtà capricciosa e inarrivabile, un mondo assolutamente privo di problemi concreti, dove tutto è risolvibile con la carta di credito o un diamante, dall'arresto al tradimento.

E non lo dico da moralista, lo dico per lo stupro narrativo che ho dovuto subire. In Sex & The City 2 si muovono marionette aliene, non esseri umani. Arpie anoressiche che pattinano su una sceneggiatura senza ostacoli, senza obiettivi di formazione del personaggio. Se il cinema americano era entrato in una fase di deriva per l'ossessione di garantire un paio d'ore senza traumi né riflessioni, ma solo "sano" intrattenimento spettacolare (vedi Avatar) pur rimanendo fedeli ai meccanismi della narrazione classica, questo film rappresenta il passaggio definitivo, ultimo, all'apatia totale e assoluta.

Il personaggio è svuotato di ogni funzione drammatica, ridotto a semplice manichino da passerella. Sex & The City 2 è un unico, grande spot pubblicitario. Nessuno si fa male e poi di corsa al centro commerciale, perché: "Sì caro, hai ragione, il film era così così, ma hai visto che bel paio di orecchini indossava Carrie?" "Come dici amore? Sì hai ragione, il terzo lo guardo solo con le amiche... ma anch'io voglio la stanza armadio come Carrie e Big!"

Ridateci Frank Capra.