Ci sono molti filoni nel fumetto giapponese, spesso frutto di geniali ibridazioni (Tarantino in confronto è un novellino) e mi capita spesso di constatare un imbarazzante ritardo della critica occidentale nel prendere atto che alcuni fenomeni (l'adattamento fumetto/film, la narrazione crossmediale...) i nostri cugini dagli occhi a mandorla li hanno sviluppati ben prima di molte pellicole occidentali definite "sperimentali".
Ma non è del genio orientale che voglio parlarvi, anche perché, per quanto lettore vorace di letteratura disegnata, fatico a seguire l'attuale produzione manga. Mi limito ai classici, a qualche romanzo grafico, e a poche, pochissime serie. In effetti faccio fatica a trovare un prodotto valido (per il mio personale gusto) nel catalogo proposto dagli editori italiani. Probabilmente dovrei cercare meglio e mi sono ripromesso, tra un paio di mesi (una volta finito l'incubo degli esami universitari), a dedicare un po' più di attenzione alle nuove uscite. Nel frattempo, comunque, eviterò di formulare giudizi troppo generici.
Veniamo ora a Witchcraft, stuzzicante hentai importato da Magic Press, a firma di Yamatogawa, giovanissimo artista (classe 1987!) con un talento spettacolare per il disegno di morbide e prosperose signorine. La trama è presto detta:
Il povero Kaoru, scappando dai soliti bulli, tenta di nascondersi dentro un negozio a caso. Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista) il negozio scelto è quello della bella Kyoko, di professione chiromante, alla quale serviva giusto una giovane cavia per sperimentare una nuova tecnica di ipnosi. Dopo essere stato ipnotizzato, Kaoru stende senza problemi tutti i suoi inseguitori, ma l’ipnosi ha un effetto collaterale: l’appetito sessuale del fortun- ehm disgraziato Kaoru sale alle stelle. Incuriosita, Kyoko decide di assumere Kaoru come cavia a 300 Yen l’ora. Fonte: Animeclick
In realtà nelle precedenti righe vengono riassunte appena le prime venti pagine, in seguito la storia deraglia completamente, e si finirà su un'isola deserta, tra homunculus bisessuati controllati telepaticamente da un'esperta strega in un corpo adolescente che ha come unico obiettivo rendere Kyoko e le sue ex-allieve delle schiave sottomesse. E non vi ho detto tutto. La trama, d'altronde è funzionale solo a presentare con brio e assurdità una summa di perversioni pornografiche (un po' da nerd). Ah, piccola parentesi, personalmente sono a favore della proposta anti-lolicon portata avanti di recente dal governo giapponese per frenare il fenomeno della raffigurazione di minorenni negli hentai. Pur se contrario, in generale, alle limitazioni sull'espressione, la rincorsa all'eccesso gratuito per aumentare le vendite stava davvero toccando il fondo.
Yamatogawa non ha particolari colpe in questo senso, ma anche lui ha la tendenza a raffigurare personaggi più giovani del necessario. Witchcraft, è una bella lettura, fresca e divertente, pur innestandosi nel filone pornografico-commerciale, senza pretese se non quella di divertire il lettore. Tendenza che sento mancare sempre più nei bonellidi o, in generale, nel fumetto "popolare" italiano. Infatti, assieme al volume di Yamatogawa, avevo comprato anche questo e, purtroppo, non posso che dirmi d'accordo con il recensore.