Dicono di me...

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Ormai è passato qualche mese e, con l'anno nuovo, è tempo di bilanci. Svastica (ed. King Komix 2008), il noir che ho realizzato con Cristina Spanò (disegni) e che segna il mio esordio nel fumetto come sceneggiatore, dopo aver ricevuto il Premio: Corti di Carta illustrati si è guadaganto un favorevole riscontro da parte della critica. La strada è ancora lunga, ma questo è sicuramente un buon inizio. Riporto di seguito alcuni spezzoni delle recensioni ricevute, a mò di rassegna stampa. Ricordate che i due volumi sono ordinabili in fumetteria, o dal sito www.tespi.it (al prezzo scontato di 5€ cad.) o, infine, contattando direttamente il sottoscritto (per una copia firmata).
Una città non precisata, un anno non precisato tra gli anni '70 e '80. Storie di vite misere e disperate interrotte brutalmente, persone assassinate barbaramente; unico elemento comune, una svastica disegnata col sangue sul luogo dei delitti. Complimenti all'autore dei testi per come ha saputo rendere partecipe il lettore delle vite dei personaggi, e per come ha saputo spiazzarlo. Un racconto crudo, dai toni dimessi, popolato da un'umanità con poche speranze e troppi sogni. I disegni di Spanò sono sporchi, grotteschi, eppure espressivi [...]
Ettore Gabrielli - Lo spazio Bianco 10/11/08
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[...] Valentino Sergi, giovane autore esordiente (classe 1985, già prolifico giornalista pubblicista e autore di racconti) sceglie di narrare una storia che racchiude in se' crudissime e riconoscibili realtà, speranze di cambiamento, umanissime e commoventi da un lato, drastiche e definitive dall'altro - fragili umanità contro delirii di purificazione totale.
L'autore sceglie di raccontare la sua storia con un linguaggio nel quale mescola abilmente elementi spazio-temporali e in tal modo definisce intensità, invece che luoghi e tempi immediatamente identificabili. Vediamo insieme vecchie Giuliette della polizia e moderni cellulari, vechie sagrestie e prostitute-schiave, atmosfere Anni 70 e il triste qui-ed-ora dei rigurgiti neonazisti.

Un cenno alla storia: la detective Silvia Rontini indaga su una serie di delitti efferati che hanno come unica traccia una svastica tracciata dagli assassini col sangue delle stesse vittime. Mentre i mass media riconducono gli "assassini della svastica" al movimento neonazista Rifondazione Nera, la Rontini ipotizza un qualche collegamento tra le vittime e che l'ideologia politica non sia il primo ne' l'unico movente degli assassinii...
I personaggi, le speranze e i sogni (sempre infranti), i deliri di purificazione e la banalità del male, le descrizioni tutte, possiedono grande intensità, commovente in certi tratti, ad esempio nella storia d'amore tra Stefano e Andrea, storia nella quale l'intensità diviene lancinante in quanto, senza pelose correttezze politiche, viene mostrata un'impossibilità di felicità causata da un male antico e in realtà banalissimo: l'odio nei confronti di chi non si allinea allo stile di vita imposto.
La narrazione riesce nell'impresa di far immedesimare il lettore, di appassionarlo e farlo restare col fiato sospeso, nonostante Sergi scelga di non addentrarsi mai troppo in profondità: il dettaglio, l'inquadratura, sono quasi sempre mostrate in un modo che non scava minuziosamente ne' suggerisce soluzioni, perché le soluzioni - cioè le emozioni e le loro sfumature - sono appannaggio privato di chi legge.
Ciò non significa, come accennato più sopra, una neutralità dell'autore - i temi e i personaggi stessi sono tutt'altro che neutrali - ma una precisa e vincente scelta narrativa.
Il finale di Svastica, inaspettato e pagante un certo debito a una famosa opera di Alan Moore, lascia il lettore spiazzato (ma, ancora una volta, non neutrale). [...]
Orlando Furioso - Fumetti di Carta 20/11/08
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[...] Suddiviso in due parti ben distinte, Svastica svela nella prima l’inconsueto punto di vista delle vittime, e nella seconda una meticolosa indagine thrilleggiante che porterà a svelare ogni mistero. L’intento ingannatore è quindi quello di provare una compassione che sfuma in rabbia, e la struttura della trama, ben calibrata e ottimamente gestita, centra il bersaglio.
La vicenda è snella e lineare, molto semplice per caratterizzazione dei personaggi e motivazioni omicide. I protagonisti non offrono psicologie troppo complesse, e nemmeno l’assassino, nonostante il lungo e interessante spiegone finale di cui si fa portavoce, si discosta più di tanto da un classico profilo megalomane. Ma ciò non è un problema. Non mancano i colpi allo stomaco e, oltre a questo, Svastica è chiaro, asciutto e veloce. [...]
Simone Corà - Midian 30/12/08
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