La materializzazione del desiderio

red-sonja-poster-lick-fullIl mio immaginario erotico si è formato in giovanissima età. Non guardavo molta televisione (solo i mitici cartoni animati giapponesi), né giravano molte riviste in casa mia. Topolini però non ne mancavano. Dovete sapere che imparai a leggere prestissimo. M'insegnò mia madre; già al secondo anno di asilo divoravo autonomamente pile intere dei miei amati fumetti dalla costina gialla. Non era un segno di genio precoce, ma il bisogno di un genitore di recuperare un po' di tempo libero - quante volte mi feci rileggere la storia di Paperino e Reginella, Dio solo lo sa.
Così a 4 anni ero solito passare giornate intere nei mondi protetti e asessuati di Topolinia e Paperopoli. La mia prima incursione in uno spazio "pericoloso" me la procurò un mio caro zio collezionista: i conigli rosa uccidono. Un albo di Dylan Dog (il numero 24 per l'esattezza) che scosse quell'attrazione per il macabro tipica dei fanciullini quando schiacciano una lucertola. I disegni puliti di Piccatto e Valeri mi guidarono, pagina dopo pagina, verso la consapevolezza di un universo parallelo, dove personaggi innocenti potevano tramutarsi in mostri inconsapevoli. Luigi Mignacco, lo sceneggiatore di quell'albo, descrisse giocosamente gli effetti della violenza cartoonesca nel mondo reale. Un Grattachecca e Fichetto ante litteram insomma, e io ero il Bart Simpson di turno.  I miei genitori notarono presto l'insana attenzione che dedicavo a quel campionario grafico di situazioni grottesche e sanguinolente e decisero di correre ai ripari quando ne chiesi ancora. Dylan Dog difatti, non era certo un gran modello per un ragazzino in crescita  Poco importa se il famoso zio, tutte le estati, mi dava accesso alla sua infinita fumettoteca dove potevo aggiornarmi sulle ultime peripezie dell'indagatore dell'incubo e di tanti altri antieroi e superuomini.
conanCiò che conta, nell'età prepuberale, è avere un sano e chiaro senso di ciò che è bene e ciò che è male. Dylan Dog non era adatto a me, quindi potevo leggerlo solo "di nascosto" (o almeno credendo di esserlo). E' una differenza importante. I miei genitori però non bandirono certo il fumetto "adulto" dalla nostra casa e al posto del triste detective dei mostri, mi comprarono il primo numero di Conan il Barbaro. Splendida serie di albetti a colori edita da Comic Art. Il selvaggio cimmero disegnato da Buscema e partorito dalla fantasia di Robert E. Howard conquistò in pochi minuti il trono del mio Pantheon infantile. Sono più che convinto che Conan abbia rivestito una funzione pedagogica fondamentale nei miei confronti. Non credo esista un modello migliore: impulsivo, ma intelligente; leale, ma furbo; rispettoso delle donne, ma autoritario.; naturalista, ma carnivoro. Altro che superproblemi o crisi d'identità. A una scazzottata seguiva una bella birra e via! Verso nuove avventure.  Tra le pagine di Conan però imparai anche ad apprezzare una certa caratterizzazione del personaggio femminile. Non le donnine bionde e dall'urlo facile, ma furie incontrollabili come Belit, la regina della costa nera e Red Sonja. Inutile dire che quest'ultima ha forgiato con prepotenza le mie prime non tanto innocenti fantasie. Una cavalla di razza capace di tenere testa al mio mito. Bella, indomabile, rabbiosa. Col senno di poi, ho avuto la grande fortuna di non essere cresciuto con la fantasia della biondona che dice sempre di sì. E non lo sto rivalutando nemmeno adesso,  a 23 anni, nonostante abbia scoperto, grazie alla mia fidanzata, che un temperamento di quel tipo non rende certo la vita facile. Ma chi è cresciuto con Conan non può certo prendersi una Marylin Monroe, vi pare?
Poco fa ho trovato in rete l'incarnazione della mie fantasie. Confesso di aver provato un tuffo al cuore. Con le tette ricreate digitalmente, Rose McGowan, in quest'immagine, ha materializzato l'archetipo di donna ideale che mi ero creato. Confesso che forse avrei preferito una Bianca Beauchamp al suo posto (in altri poster promozionali, infatti, la pupilla di Rodriguez conferma di non andare oltre la prima taglia), ma non mi lamento troppo. So già che entrerò nella sala e ritroverò dentro di me un bambino innamorato. E pazienza se dovrò subire una, meritata, scenata di gelosia dalla mia dolce metà. Al cuore... non si comanda.
So long,
          VS