All that money can buy al cinema!

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All that money can buy il cortometraggio da me realizzato con la collaborazione di Cinzia Moro (attrice), Nicola Moro(attore), Arianna Bulfone (attrice) e Rumi Silvana (costumi) verrà proiettato al Teatro Miela di Trieste Venerdì 30 novembre alle 19.30 durante il festival Anteprima Zone di Cinema. Se vi capita di essere da quelle parti passate a farmi un saluto!

Per chi si fosse perso il mio corto, eccolo qua, direttamente da youtube



A te, caro spettatore del mio lavoro:

Non preoccuparti se qualcosa non ti è chiaro...

molte cose non si afferrano è vero (pure io ogni volta che lo riguardo ci vedo qualcosa in più o qualcosa che mi sfugge) Ma non volevo dare all'opera un senso univoco. Quindi ciò che avrai afferrato dopo la visione va benissimo (qualunque significato tu vi abbia trovato). Il mio non era un lavoro a tesi, anche se è da una tesi che parto (la mercificazione dovuta al culto del denaro e alla globalizzazione snatura i simboli del loro valore).

In fondo è una storia. e lascio molto spazio allo spettatore.
In realtà non sappiamo quasi nulla su quelle donne, non si riesce a penetrare il loro sguardo, a capirle... Non hai idea di quante interpretazioni mi sono arrivate. Vanno tutte bene. Non do torto a nessuno. sono contento che faccia riflettere, anche se non avevo i mezzi di Spielberg.

Inoltre alcune "imperfezioni" o, meglio, "vuoti di significanza" (non di significato) ci sono! C'è una parte in cui le due parlano e nn si capisce cosa dicono... è voluto... è un'acusma. Il suono si perde. Così come ci sono sorgenti luminose nella prima parte poco chiare... in molti casi si avvertono delle "emergenze" che sembrano stonare.

In realtà il senso filmico (quindi proprio del mezzo, più che della storia in sè) che permea il corto è l'impermeabilità dello sguardo (e, romanticamente, anche dell'anima). E l'inquadratura finale è un chiaro indizio in questo senso. così come tutto il film.

Quando entriamo in soggettiva non sappiamo neppure di quale delle due donne si tratti!
I suoi occhi non sappiamo neanche di che colore siano, ma ne assumiamo il punto di vista e alla fine il suo sguardo è coperto, ci sfugge.
E' una falsa soggettiva semantica!

Il tempo poi è dilatato (pur non sfociando nello sperimentalismo eccessivo) e c'è una parte (la soggettiva per l'appunto) che io trovo lunga, angosciante. Per altri noiosa, per altri insopportabile (e quindi da sforbiciare).

A parte le critiche sterili, a molti non è piaciuto, ma le sensazioni fastidiose che hanno avvertito (e mi hanno descritto) erano previste. Ad altri invece è piaciuto pur provando gli stessi disagi. Spero che tu l'abbia gradito. Fammi sapere come l'hai trovato.

Era un esercizio anti-filmico e non era vuoto (trovo che il soggetto di partenza fosse denso, ma questo è il mio gusto personale)... E ogni volta che lo rivedo funziona, ma la tua opinione può aiutarmi.

Ok ok.. sarebbe stato meglio un mercedes di una panda...